Thomas

  • Thomas Fritsch, notissimo avvocato di Monaco, ha una particolarità : la prevalenza di clienti italiani rispetto ai suoi connazionali.   Come mai?

Si, è vero, l’ottanta per cento dei miei clienti è italiano. Penso che all’ inizio il motivo sia stato il fatto che parlo italiano. In seguito ho raggiunto una certa notorietà la quale, devo dire, mi fa piacere.

  • Di quali settori del diritto ti occupi?

Mi occupo di diritto privato del lavoro e di famiglia. Ci sono molti italiani che lavorano, per esempio nella gastronomia, hanno piccole imprese e lì c’è sempre da litigare. Purtroppo il cliente italiano, come il tedesco, va dall’avvocato quando il guaio è fatto. Se si decidesse prima non solo gli costerebbe di meno ma si potrebbero ottenere  risultati migliori.

  •  C’è una prevalenza di casi rispetto ad altri per quanto riguarda il diritto di famiglia?

Si. Spesso mi arrivano clienti, particolarmente donne, che  dopo tanti anni di martirio non ce la fanno più e mi dicono di volersi separare dal marito. A volte si preoccupano però di poter far soffrire i figli. Bisogna allora considerare che i bambini soffrono comunque in una famiglia che vive situazioni poco serene e quindi a questo punto è   meglio separati e con meno traumi quotidiani.

  • In 30 anni, hai potuto osservare come si sono evoluti alcuni aspetti dei problemi e soprattutto le reazioni rispetto ad essi?

Le donne oggi trovano prima il coraggio di dire basta mentre 25 /30 anni fa preferivano continuare un matrimonio già finito, fonte di frustrazioni o dolore  anche per non perdere la faccia nei paesi di origine, dove , magari, vivevano i genitori che dicevano loro di  stringere i denti e portare  avanti il matrimonio. Penso che vivendo in una società diversa e lontana trovano prima il coraggio. In Italia le donne inoltre cadono anche nel vuoto finanziario. Qui invece per fortuna, c’è una rete assistenziale che più o meno permette loro di vivere. Queste donne vivono già in famiglie con un reddito molto basso, per cui, separandosi dal  marito, non cambia poi molto.

  • Una donna che decide di separarsi a chi può rivolgersi per gli aiuti economici?

Al job center, subito.  E’ dove poi stabiliscono la cifra che viene pagata in seguito alla donna.  Uno dei problemi è che passano un paio di mesi prima che venga erogato il contributo e in questo tempo devono stringere i denti. Purtroppo sono donne che, spesso, non hanno risparmi o se li hanno vengono gestiti dal marito. Questo è un grosso problema. Un altro, specie a Monaco, è la casa. Spesso mariti e mogli hanno firmato insieme i contratti di affitto e non è facile fare uscire fuori l’altro coniuge.

  • I figli vengono affidati sempre alla madre?

Almeno nel 95/98 per cento dei casi

  • Hai sposato una romana, si è in qualche modo prodotta una cultura vincente in famiglia o c’è un perfetto equilibrio tra le due nazionalità?

Bè, all’inizio pensavo che non ci fossero grosse differenze culturali. Invece con il passar degli gli anni queste sono emerse quotidianamente, facendomi comprendere l’importanza di trovare compromessi. Ho trovato un equilibrio accettabile e spero mia moglie anche. Certo ci sono a volte vedute diverse ma si riesce a trovare poi un accordo e comunque dobbiamo stare attenti a non imporre all’altro i valori della propria cultura a tutti i costi. Forse se mia moglie fosse nata in un paese extraeuropeo sarebbe stato più difficile. Ho incontrato nel mio lavoro, e questo mi stupisce sempre, modi di ragionare che pensavo fossero del medioevo, invece esistono ancora.  Ma stanno diventando di meno e forse questo ha più a che fare con uno scarso livello socio-culturale. La fuga dei cervelli dall’Italia sta cambiando parecchio la comunità italiana all’estero.

  • Hai imparato l’italiano per amore?

No, ho fatto un corso di un anno all’ università per amore dell’Italia, poi è arrivato quello per una donna italiana. A casa nostra l’italiano è la lingua principale.  Ciò va a svantaggio di mia moglie perché pratica meno il tedesco visto che usa anche l’italiano nel suo lavoro.

  • Una domanda pratica: se una donna denuncia  quale rete si mette in moto?

Se dovesse esserci violenza in casa, dico sempre chiamate la polizia perché la donna sposata chiamando la polizia e dimostrando l’aggressione ottiene subito un allontanamento del marito dalla casa coniugale. Lui deve lasciare  anche le chiavi. Per dieci giorni. Poi la donna può contattare l’avvocato e in 48 ore, si può ottenere un provvedimento di urgenza. Per sei mesi la casa viene affidata esclusivamente alla moglie ed ai bambini. Il periodo è prolungabile di altri sei mesi. Tempo nel quale il marito trova in genere un’altra sistemazione altrimenti,  durante la procedura di divorzio occorre chiedere l’affidamento della casa in via esclusiva.

  •   Ci sono casi che ti coinvolgono emotivamente?

Si, ci sono e personalmente è anche un peso emotivo perché , ad esempio, in questi casi ho il cellulare sempre acceso. Registro i miei clienti col nome e so se chi mi chiama ha urgenza, anche a mezzanotte.

  • Ami il tuo mestiere come il primo giorno?

Si

  • Il tuo prossimo progetto?

Diminuire i casi che m’interessano meno e dedicarmi ai casi che mi toccano maggiormente.

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