- Scrittrice, insegnante di canto, moglie, mamma, femminista, allora chi è veramente Ada Zapperi secondo Ada Zapperi?
“Soltanto un essere umano che ha tentato di vivere il più intensamente possibile”.
- Quando è arrivata qui a Monaco?
“Il 20 giugno del 1975, una data che non posso dimenticare”.
- Come ha visto cambiare la città e la comunità italiana nel corso degli anni?
“Conosco la cosiddetta comunità italiana da pochi anni attraverso Rinascita e soprattutto Sandra Cartacci. Di lei posso dire tante cose positive: la stimo molto perché è veramente una persona seria. La città si è alquanto italianizzata”.
- Oggi Monaco com’è?
“Monaco è e rimane la mia città. Non la cambierei con nessun’altra”.
- Cosa pensa della situazione attuale, del momento difficile che vive la società in questi anni?
“Non credevo di avere ancora la possibilità di vivere questi rivolgimenti di carattere epocale e molto egoisticamente confesso di assistere con interesse a uno spettacolo che si ripete soltanto a intervalli di secoli”.
- Immigrazione: è veramente possibile una integrazione a fronte di flussi così enormi ?
“Posso solo dire che si integra soltanto chi lo vuole veramente, chi cioè è disposto ad aprirsi a nuove possibilità non soltanto di carattere economico ma anche e soprattutto culturale. Integrazione per me significa arricchirsi di nuove cognizioni, nuove visuali e prospettive di vita”.
- Lei è anche insegnante, gli studenti di oggi come sono ?
“Non è affatto vero che i giovani sono sempre gli stessi: anche loro subiscono gli sviluppi, non sempre positivi, della cultura e della società nella quale vivono. Non sono migliori né peggiori di prima, ma vogliono subito tutto e si spaventano quando si accorgono che niente, anche oggi, viene regalato”.
- Parliamo di donne e femminicidi … Nel 2013 in Italia è stata uccisa una donna ogni due giorni. E’ possibile operare un’analisi del fenomeno ? Ed è possibile difendersi? Come?
“Io resto dell’opinione che le prime a cambiare devono essere le donne, già dall’inizio e cioè come madri: l’educazione dei maschi e delle femmine deve assolutamente assumere un carattere sociale e anche qui, come in tutto ciò che riguarda la famiglia, le donne sono le maggiori responsabili e questo già da sempre. Agli uomini piace fare la guerra, purtroppo. Sarebbe un discorso troppo lungo ma essere femministe significa anche prendersi più responsabilità di prima: i diritti portano una quantità di doveri… non si può ignorare questo principio”!
- Essere femministe oggi cosa vuol dire?
“Ho già risposto”.
- Lei è credente? Se si che rapporto ha con la fede? Come la vive?
“No. E voglio aggiungere che sono contraria a tutte le religioni del mondo. La morale non ha bisogno di una religione”.
- Ci racconta il suo rapporto con i libri e ci parla delle sue letture preferite?
“I libri sono stati i grandi compagni della mia vita”.
- Cosa rappresenta la musica per lei?
“La musica è ciò che fa di me un essere umano a tutto tondo”.
- Ci parla dei libri che ha scritto? Ce n’è uno che ha amato di più?
“Ne ho scritti tanti e non ho preferenze, come non ho preferenze fra i miei figli”.
- Un’ultima domanda: quale è il sogno ancora da realizzare o il progetto al quale sta lavorando se ne ha uno?
“Alla mia età sarebbe grave se stessi ancora dietro a dei sogni da realizzare: il grande sogno di sempre è stato di imparare, imparare il più possibile, conoscere, scoprire cosa si nasconde dietro ogni essere umano”.