Maria Elisabetta Pini, graphic designer tra Cagliari e Monaco

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  • Di cosa ti occupi?

“Sono un Graphic Designer, progetto la comunicazione visiva, mi occupo dell’immagine dei miei clienti, di come far conoscere e apprezzare il loro progetto perché venga compreso e ricordato nei suoi punti di forza; mi occupo di comunicare un messaggio al pubblico nel modo più semplice ed efficace tramite testo e immagini utilizzando le diverse discipline della comunicazione”.

  •  Come sei arrivata a svolgere il tuo lavoro?

“In realtà ho una preparazione umanistica, all’università ho studiato Storia Medievale; sono rimasta folgorata dal convegno del mio professore sulla Propaganda Politica nel Medioevo: come portare un messaggio con i mezzi più semplici, dove la sintesi perfetta diviene fondamentale.Così ho cominciato, nel 1995”.

  •  Ci racconti qualcosa di te?

“Ho iniziato a lavorare nel ’95 come grafico, con Paolo Beccari fotografo che poi è diventato mio marito, nella nostra città, Trieste. Paolo ed io siamo completamente diversi ma sensibili agli stessi stimoli, passiamo delle ore a discutere di immagini e questa inclinazione ha tra l’altro spinto entrambi a fare lezione nelle scuole dei nostri figli: abbiamo parlato ai ragazzini del valore di una comunicazione efficace in un mondo così complesso e ridondante di immagini; li abbiamo aiutati a riconoscere i sistemi attraverso cui la pubblicità e l’informazione lavorano per condizionare le nostre scelte; abbiamo poi lavorato concretamente su come realizzare una presentazione efficace e chiara. Mi piace molto lavorare con i ragazzini, sono vivaci e carichi di una creatività ancora pura”.

  •  Lavori tra l’Italia e Monaco, da quanto tempo?

 “Da diversi anni, per noi il lavoro a distanza non è una novità. Siamo triestini ma abbiamo scelto di vivere a Cagliari per  sperimentare il lavoro a distanza; avevamo i nostri clienti principalmente nel Nord Italia mentre Paolo aveva un progetto artistico personale da sviluppare in Sardegna, così abbiamo provato e ci siamo trasferiti a Cagliari nel 2009. Da cinque anni circa abbiamo cominciato a lavorare con alcuni clienti a Monaco, è una città che mi piace moltissimo e che trovo culturalmente vicina a me che sono nata a Trieste”.

  •  Cosa fai in Germania, sempre lavorativamente parlando?

“Mi occupo insieme a Paolo di progettare e realizzare la comunicazione di alcune aziende che hanno sede a Monaco: dal logo design al packaging, dal web site alla realizzazione delle immagini necessarie a presentare o pubblicizzare un prodotto, nel gergo delle agenzie si direbbe Corporate Identity, brand management e altre parolacce simili. Volentieri abbiamo dato una mano ad alcune associazioni per la promozione delle loro attività. Per chi fosse interessato, ecco il nostro link :http://anonima.eu/ “.

  •  Quali le differenze, nel tuo campo e per la tua esperienza, tra i due Paesi?

“Forse in Germania il nostro lavoro gode di maggiore rispetto. Una volta un cliente di Milano, una persona veramente lucida e sensibile mi disse: ”Se foste astrofisici nessuno si permetterebbe di intromettersi o inquinare il vostro lavoro, ma purtroppo sono tutti convinti di essere un po’ grafici e designer”. Credo sia questa la differenza principale: quando i nostri clienti in Germania, sia tedeschi che italiani, si affidano a noi, ci permettono di portare avanti il progetto integro senza intromissioni. Forse sono anche più coraggiosi”.

  •  Come mai la decisione di lavorare anche in “trasferta”?

“Lavorare in diversi luoghi, ora che i trasporti sono diventati così comodi e veloci, è una grande opportunità di sviluppo. Ma la cosa che mi piace di più è la contaminazione: nel mio lavoro, che è un lavoro creativo, è fondamentale essere costantemente stimolata. Trovo estremamente fertile espormi alle differenze di linguaggi, abitudini, di tipi di bellezza, di forma delle strade e di vegetazione”.

  •  A cosa ti stai dedicando attualmente?

“In questo momento stiamo seguendo una interessante e vivace azienda di Monaco che si occupa di Proprietà Intellettuale e di brevetti; nello stesso tempo mi piacerebbe realizzare a Monaco la mostra con lecture del mio maestro e amico Armando Milani, un grande designer di fama internazionale: sarebbe un’ottima occasione per parlare del valore di un messaggio chiaro e potente grazie all’organizzazione e alla sintesi che può diventare poetica”.

  •  Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Sto progettando di venire più spesso a Monaco, vorrei aumentare il mio lavoro qui in modo da poterci passare più tempo.Come dicevo vivo a Cagliari in Sardegna, una città estremamente fertile negli scambi culturali mediterranei: frequentare Monaco mi sta rendendo sempre più chiaro che cosa significhi la parola Europa: un luogo di culture adiacenti dove le contaminazioni, gli scambi e i confronti sono portatori di un potenziale creativo unico”.

 

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