- Matteo Chincarini, uomo dal multiforme ingegno … Dipingi, fai radio, reciti …
“Tutto nasce semplicemente dal fatto che mi stufo facilmente ed ho bisogno di nuovi progetti e nuove attività. Sono profondamente convinto che l’arte sia una sola, la ricerca del bello. Poi da italiano, e lo sottolineo perché da quando vivo all’estero sento maggiormente questa appartenenza, c’è l’esigenza di insegnarle queste cose belle. Fin da ragazzino ho sempre amato lo spettacolo ed inoltre mi piace stare sul palco perché vedo che la gente ha piacere a rilassarsi. In realtà noi facciamo un lavoro che dovrebbe porci in qualche maniera in secondo piano. Mi spiego meglio: la gente lavora tutto il giorno , la sera accende la tv e ci vuole chi sta li dentro a dire delle cose. Esiste quindi una dimensione che trasforma tutto questo anche in lavoro sociale; l’artista ha la possibilità di essere visto da tutti e quindi deve lanciare un messaggio che si spera sia positivo. Per quanto mi riguarda l’ho scoperto facendo il cabaret a Milano, anzi più che il cabaret credo che questo sia il ruolo della satira . Penso che una persona quando esce da teatro deve avere qualcosa a cui pensare, su cui riflettere”.
- Per quanto riguarda i tuoi quadri, hai un soggetto preferito? Cosa vuoi raccontare a chi li guarda?
“I miei quadri hanno delle componenti molto personali. Ho visto , ed è qualcosa che è avvenuta spontaneamente, che non riesco a dipingere gli sguardi, i volti. Così se dipingi un soggetto senza viso ognuno può dargli l’espressione che crede. Qui gioca la mia voglia di rendere partecipe il pubblico. Poi, alcuni quadri sono critici, altri sono sul teatro, ma di tutti sono un po’ geloso. Ho avuto la possibilità di esporli ma preferisco di no. C’è stato chi voleva comprarli ma non sono riuscito a darglieli…Pensa che questi quadri li ho fatti tutti in un solo periodo, nel passaggio tra la mia vita milanese e quella monacense. Li ho dipinti in Austria, una specie di limbo in una casetta in mezzo agli alberi”.
- Tu conduci anche un programma a radio Lora, nel quale ti occupi, ogni primo martedì del mese, di tutto quello che riguarda la cultura italiana e gli eventi ad essa legati …
“La radio è un mezzo bellissimo. Ho iniziato a farla a Milano. Arrivato a Monaco ho avuto la sorpresa di trovare una radio italiana. È molto interessante perché in teatro devi esprimerti col corpo invece qui puoi usare solo la voce. Io sono molto fisico e dover usare solo la voce per me è molto intrigante. Ogni primo martedì del mese parliamo di cultura italiana, di quello che accade a Monaco. Avere la possibilità di raccontare ogni mese quello che accade di italiano ti arricchisce, conosci tutte le realtà e sono davvero tante. Mi fa piacere farlo, poi ci sono dei progetti che magari con la nuova stagione riusciamo a realizzare”.
- Ci anticipi qualcuno di questi progetti?
“Allora, a parte alcuni eventi che presenterò in Italia, con la quale cerco di mantenere tutti i contatti possibili, qui a Monaco ci sono diverse idee. Una riguarda il teatro attraverso l’idea di una fusione. Vorrei, cioè, mettere insieme diversi gruppi perché credo sia inutile farsi la guerra gli uni con gli altri quando si può fare un progetto comune. Poi ho in mente dei progetti artistici sulla fotografia, vorrei ritornare a dipingere e poi progetti più particolari che riguardano un video e dei cortometraggi. Già ho avuto esperienza con la regia e mi piacerebbe tornare dietro le quinte. Poi qualcosa sulla moda”.
- Teatro, fotografia, regia, pittura : hai tralasciato qualcosa?
“La musica. E’ un campo che non pratico. Però ci sono dei progetti con la società dei Concerti .Per il momento in questo settore sono entrato solo a livello organizzativo”.
- Da quanto tempo vivi a Monaco?
“Sono qui da un anno e mezzo. Vivo col mio compagno. In realtà è stato lui l’artefice del trasferimento. Quando è venuto qui a fare il dottorato ho deciso di seguirlo. Sai, vivere all’estero apre la mente e ti fa apprezzare di più la tua Nazione”.
- Hai trovato difficoltà nell’avviare la tua vita qui, vivere col tuo compagno?
“Guarda, il pregiudizio a mio avviso lo vivi quando cerchi di chiedere permesso. Quando sei sicuro di te, invece, dici “ io ho un compagno, se vi va bene ok se no è uguale”. Poi Monaco è una città molto aperta e non ho trovato difficoltà ma in realtà non ci ho mai pensato. Sai, sono un po’ faccia di bronzo e non mi preoccupo tanto di quello che pensano gli altri. Inoltre ho avuto la fortuna di essere sempre stato apprezzato dalla famiglia e quindi il problema non si è mai posto. I problemi forse questo nascono quando uno si sente diverso. Invece per me funziona così: io sono moro, tu sei biondo, un altro è gay. Ma in tutta sincerità non ho mai avuto problemi neanche in Italia, ci tengo a dirlo. Penso, anzi sono convinto che l’opinione pubblica sia molto più aperta di quella politica. Ormai questo fa parte del quotidiano come il colore della pelle”.
- Quale il tuo prossimo traguardo?
“Il matrimonio con Marco. Per diversi motivi:il primo è quella romantico sentimentale; il secondo quello di tutelarsi a vicenda a livello legale, essere riconosciuti dallo Stato come coppia; infine il terzo motivo è che, visto che anche in Italia c’è la possibilità delle unioni civili, credo sia anche un gesto di normalità. Noi ci vogliamo bene e vogliamo condividerlo con i nostri amici e i nostri parenti. In Italia, che è e resta sempre la nostra terra”.
Mi hai fatto tornare in mente questo splendido film: https://wwayne.wordpress.com/2015/09/20/voglio-farcela/. L’hai visto?
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