Federica Casolari racconta: ” I miei libri, il mio lavoro, i miei progetti”

  • Ci racconti chi è Federica?

“ E’ una persona che ha messo e mette passione nelle cose che fa, che è convinta delle scelte fatte. Certo, non sempre è stato facile ma adesso è contenta di ciò che ha”.

  • Da quanto tempo vivi a Monaco e cosa fai?

 “Sono in Germania da 19 anni, a Monaco da 13. Nel ‘97 sono andata via da Bologna e sono andata a vivere a Münster, poi sono venuta qui. Lavoro alla LMU, mi sono laureata in Lettere classiche a Bologna, ho fatto il dottorato in filologia classica a Münster e pubblicato lì la tesi di dottorato. Nel 2004 ho iniziato a lavorare all’Università e continuo con passione ed entusiasmo.  Insegno latino e greco (soprattutto greco) e sono responsabile anche di una collana che pubblica testi latini e greci con traduzione e commento in tedesco.  Svolgo entrambe le attività molto volentieri, in quanto mi consentono di analizzare costantemente i testi dell’antichità nella loro lingua originale e di immergermi quasi in un’altra dimensione: quando preparo i testi per i corsi che tengo cerco di farlo in maniera molto approfondita, cosa che è sicuramente consona al mio modo di rapportarmi al testo scritto in generale”.

  • Quindi hai, per la tua parte, la responsabilità di rappresentare la cultura italiana all’estero … Quanta passione metti nel veicolarla?

“Tanta. Intanto sto seguendo un progetto che è iniziato lo scorso anno ed ha a che fare con la mia attività all’ università . Quando i miei figli erano più piccoli avevo meno tempo, dall’anno scorso invece, ci sto lavorando. Ho pensato alla possibilità di un collegamento tra il teatro latino e greco e quello italiano. Ed è un progetto che va avanti. Un argomento del quale mi occuperò nel corso che presento, anche quest’anno, all’Istituto Italiano di Cultura. Un discorso lungo e complesso ma è una cosa che mi appassiona moltissimo”.

  • Come conservi le tue radici italiane?

“Quando sono arrivata in Germania, mi ha raccontato mio marito, ho detto che volevo frequentare solo tedeschi per imparare la lingua. Adesso non mi ricordo più di questa frase. Quando sono nati i miei figli, mi sono resa conto che mi mancavano le mie radici italiane anche nell’approccio all’educazione. Cosi ho cercato molti più contatti con gli italiani ed ho avuto la possibilità di conoscere tante persone diventate poi amiche con le quali ci si ritrova, si parla, si partecipa ad eventi culturali . Mi sono poi avvicinata all’Istituto Italiano di Cultura dove  i miei figli hanno fatto parte del  coro e dove io stessa ho partecipato a diversi eventi che l’Istituto  ha  organizzato. Il mio ambito lavorativo è prevalentemente tedesco, ma credo che gli studenti notino che sono italiana e notino la passione che metto nel mio lavoro. Attraverso l’Istituto e le amicizie si sono poi create molte altre possibilità: ho notato che ci sono tanti aspetti che possono contribuire alla formazione di legami su una base comune di appartenenza all’Italia ed anche i bambini lo percepiscono. Crescere con una madre italiana non riguarda solo la lingua, ma anche la cultura e la mentalità. Mi sento profondamente italiana e contenta di esserlo. Forse questo si sviluppa anche per il fatto di vivere all’estero. Anche per i bimbi, il fatto di andare spesso in Italia, di capire un’altra lingua, di frequentare il sabato una scuola italiana, partecipare a diverse iniziative è importante. Capisco che il loro ambiente è tedesco, ma l’italiano fa parte della loro identità. Infatti quando capita che siamo tra  amici  tedeschi  e sono costretta a parlare con loro in tedesco mi guardano in modo strano perché io sono la  mamma italiana. Una fiamma, questa, che bisogna sempre alimentare perché altrimenti potrebbe spegnersi”.

  • Da quello che dici si capisce che hai un rapporto molto stretto con i libri …

“Ho sempre amato leggere, vengo da una famiglia che ha sempre letto molto ed ho sempre amato l’italiano. Mi ricordo che, quando andavo a scuola, gli insegnanti ci dicevano di leggere qualche libro per le vacanze estive ed io ne ho approfittato per leggere tanti classici. Ho sempre letto moltissimo. Un libro su tutti? “Il nome della rosa”, letto a 15 anni. Il libro ideale per me; quello che collega la storia ed il romanzo. Umberto Eco scriveva in maniera divina. Sì, amo il romanzo storico.  Negli ultimi anni ho avuto meno tempo di dedicarmi alla lettura, tra il lavoro e i figli, ma in estate recupero. Adesso appena ho un pò di tempo, leggo. Per me è ossigeno”.

  • A figli cosa leggi?

“Ho letto loro favole classiche, poi anche quelle di Rodari, ma leggiamo insieme anche i fumetti. Devo dire che i fumetti italiani sono fantastici e scritti in ottimo italiano. Si apprendono anche vocaboli nuovi. I miei figli amano che io legga in italiano e lo faccio spesso e volentieri”.

  • Tuo marito è tedesco, quale è il punto di equilibrio per non far prevalere una cultura sull’altra?

“Secondo me sono fortunata perché mio marito ama molto l’Italia e parla bene l’ italiano, questo è un punto a nostro favore. Nessuno dei due cerca di prevaricare sull’altro. Penso sia positivo il fatto di aver vissuto insieme prima che arrivassero i figli perché così abbiamo avuto tempo di amalgamarci. Sì, ci possono essere dei momenti in cui si nota che l’altro tipo di cultura può essere fonte in qualche modo di disturbo, ma cerchiamo di capirci a vicenda. Un vantaggio è il fatto che io frequenti un ambiente tedesco e che lui abbia spesso a che fare con l’Italia e con gli italiani, quindi c’è un grande scambio; poi entrambi parliamo tutte e due le lingue. Ironizziamo anche, lui sulla mentalità tedesca ed io su quella italiana”.

  • Il tuo prossimo progetto?

“Finalmente ho ripreso a scrivere. Ho sempre amato moltissimo scrivere, ritengo che sia la forma creativa che al meglio mi rappresenta. Dopo aver scritto anni fa la mia tesi di dottorato in tedesco – esperienza che è stata sì faticosa, ma mi ha anche procurato molta soddisfazione – ho notato, soprattutto negli ultimi anni, quanto mi mancasse esprimermi in italiano ad un certo livello. Mi sono quindi riavvicinata alla mia lingua madre e adesso sto lavorando ad un libro nel quale cerco di evidenziare l’influenza del teatro greco e latino sulla formazione e sullo sviluppo di espressioni artistiche destinate sia alla lettura che alla rappresentazione scenica, quali l’opera lirica, la tragedia e la commedia Mi piacerebbe in futuro occuparmi anche in maniera approfondita del rapporto di Dante con le sue fonti. E’ un lavoro a livello scientifico. Ho iniziato da poco ed è un progetto che mi appassiona tanto. Non so cosa diventerà ma sta andando avanti.”

 

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