“Il mio tempo tra casa, professione, Comites e volontariato”

Alessandra Santonocito, avvocato, mamma, volontaria di We are onlus: un incontro per conoscerla meglio .

-Allora, la prima domanda è d’obbligo. Da quanti anni ti sei trasferita a Monaco?

Mi sono trasferita a Monaco da Amburgo da poco più di due anni.  Vivo in Germania in modo stabile dalla fine del 2007. Precedentemente ho svolto diversi periodi di studio in Germania prima a Münster nel 2000/2001 per un progetto di scambio durante i miei studi all´Università (Progetto Erasmus). Dal 2004 al 2005 sono stata ad Amburgo presso il Max-Planck-Institut per il diritto privato internazionale e straniero dove ho fatto ricerca per il mio dottorato italo-tedesco. Mi ero già affacciata alla Baviera nel 2005 con un breve soggiorno di studio presso l’ Università di Regensburg.-

  • Come ti trovi?

Bene! Ormai sono molti anni che vivo in Germania e qui mi sento a casa anche se la mia patria rimane l´Italia. A Monaco ho avuto la fortuna di entrare subito in contatto con una delle Comunità italiane più attivea, in particolare attraverso l´amicizia con Daniela Di Benedetto. Contemporaneamente ho accresciuto anche la cerchia degli amici tedeschi. Ancora tuttavia non riesco a pronunciarmi se sia più bello vivere ad Amburgo o a Monaco. Entrambe sono città molto belle e che offrono molto ma anche profondamente diverse tra loro. A Monaco si respira molta più italianità. Amburgo è decisamente una città nordica e molto distante dall´Italia.

  • Quali gli ostacoli maggior incontrati dopo il trasferimento, se ci sono stati, viste le realtà così diverse tra Italia e Baviera?

Nel passaggio da Amburgo a Monaco non ho riscontrato particolari difficolta’. D´altra parte quando mi sono trasferita a Monaco, vivevo in Germania già da molti anni. Le maggiori difficoltà si hanno – in Germania, come in ogni paese straniero – quando non si parla la lingua. La lingua infatti è la chiave per integrarsi nella società del paese dove si emigra. Io ho avuto l´enorme fortuna di essermi trasferita definitivamente  conoscendo già bene la lingua e la cultura di questo paese dato che avevo già svolto diversi periodi di studio in Germania.

  • Perché ti sei trasferita? Per motivi lavorativi?

No. Mi sono trasferita  soprattutto per motivi personali. Mio marito è tedesco. A livello professionale – contrariamente a molti italiani della mia generazione con le mie competenze – sarebbe stato più facile per me svolgere la mia professione in Italia. La professione dell´avvocato infatti è, rispetto ad altri mestieri, molto legata ai confini statali.

  • Quindi non è facile esercitare la professione dell´avvocato in Germania? Di cosa ti occupi in particolare?

Non è affatto facile svolgere attività legale a cavallo tra due paesi. Ho combattuto e combatto ogni giorno con tenacia per svolgere la mia professione perché sin dall´età di 12 anni il mio sogno era diventare un avvocato. Per me questo non è solo un lavoro ma è una grande passione alla quale non voglio rinunciare. La mia fortuna è stata quella di avere iniziato a lavorare – sin dal periodo del praticantato legale – in un studio che si occupava delle relazioni commerciali tra Italia e Germania. Due semestri di studio in Germania ed il dottorato italo-tedesco mi hanno dato le competenze necessarie per potere svolgere la professione a metà tra i due paesi. L´anno scorso insieme a dei colleghi abbiamo fondato lo studio legale A&R – Avvocati Rechtsanwälte (www.ar-lex.de), il cui focus è la consulenza in particolare nelle aree del diritto civile e commerciale nell´ambito delle relazioni commerciali italo-tedesche. Ci proponiamo di abbattere le difficoltà transfrontaliere fornendo assistenza alle aziende nell’espansione internazionale del proprio business e nella gestione e realizzazione degli insoluti al di fuori dei propri confini nazionali. Inoltre ci rivolgiamo ai privati relativamente a problematiche legate alle successioni internazionali e al trasferimento di immobili in Italia ed in Germania. Ciò che è particolarmente importante nella mia professione, oltre alla conoscenza della lingua tedesca e di alcune aeree del diritto tedesco,  è soprattutto la comprensione della cultura tedesca. Infatti l’esperienza mi ha insegnato che, al tavolo delle trattative tra imprenditori italiani e tedeschi il legale deve avere anche il ruolo del mediatore tra le diverse mentalità e gli usi commerciali dei due paesi.

  • Sono dunque presenti diversi scambi commerciali tra Italia e Germania?

Gli scambi commerciali tra Italia e Germania sono intensissimi. Anche nel 2014 la Germania si è riconfermata il primo partner commerciale dell´Italia. Le relazioni tra il sud della Germania ed il nord Italia sono le più intense data anche la vicinanza territoriale. Vi sono sempre più società italiane che aprono una sede secondaria in Germania anche se non bisogna sottovalutare le difficoltà di penetrare nel mercato tedesco.

  • In quanto donna, credi, in base alla tua esperienza, che sia più facile nella società tedesca, vivere la propria professione in termini di riconoscimento?

Ti ringrazio per questa domanda. Questo tema infatti mi è particolarmente caro. Devo dire che in questo ambito le mie aspettative di apertura del mondo tedesco sono state in gran parte disilluse. Venendo dall´Italia e vedendo diverse donne in Germania in posizioni di potere, ritenevo che la Germania fosse un paese in cui il concetto di pari opportunità non fosse solo uno slogan. Devo invece ammettere di avere trovato una società molto conservatrice in cui, nonostante a livello legislativo siano stati concessi degli strumenti per la parificazione dei ruoli professionali, invece a livello culturale è ancora molto più indietro dell´Italia per tanti versi. Se da un lato è vero che esiste una maggiore diffusione del principio di meritocrazia che non in Italia, dall’altro le donne subiscono in Germania nella loro vita professionale inevitabilmente l’” ostacolo” della maternità. L´espressione “Rabenmutter” (madre snaturata) è all´ordine del giorno per una madre che voglia ricominciare a lavorare rapidamente dopo la nascita dei propri bambini. E` rarissimo che i bambini sotto l´anno di età vengano affidati all´asilo nido. Le mamme lavoratrici infatti possono prolungare il loro periodo di maternità sino ai tre anni di vita del bambino, anche se solo i primi dodici mesi vengono retribuiti. La società tedesca, per lo meno quella bavarese, fa ancora spesso affidamento sul fatto che la mamma lavori poco e nulla. Basti pensare che la scuola elementare termina in alcuni giorni già alle 11.30 e che molte attività pomeridiane (sport, musica, etc) sono programmate nelle prime ore del pomeriggio, rendendo così molto difficile la ripresa a pieno ritmo di un’attività lavorativa per una madre. Fortunatamente negli ultimi anni la situazione sta cambiando anche se a livello culturale vi sono ancora delle barriere da sfondare. Tuttavia anche a livello infrastrutturale la situazione non è facile.  Infatti a Monaco – dove in linea di principio la qualità della vita è altissima – gli asili e le scuole materne pubbliche scarseggiano ed è davvero difficile trovare dei posti liberi per i propri bambini. Spesso si è costretti a rivolgersi a strutture private che hanno tariffe da capogiro.

  • Ti occupi, con We are onlus, di bambini siriani. Ci parli di questa associazione e delle sue iniziative?

Molto volentieri. La onlus We Are è stata fondata nel settembre 2013 da 10 volontari già coinvolti e presenti nell’aiuto verso i rifugiati siriani nei campi turchi e siriani. Il compito di onlus We Are è quello di raccogliere aiuti finanziari e materiali, al fine di organizzare e inviare i container ai campi dove i soci fondatori hanno visto di persona la mancanza di necessità primarie che una vita decente richiederebbe. Uno dei progetti più importanti dell´associazione è quello di avere riaperto un reparto di maternità ad Azzaz ormai da tempo chiuso per la mancanza di fondi. Qui le donne possono partorire in sicurezza ed essere seguite da un´ostetrica. Nei campi i volontari hanno spesso visto situazioni di malnutrizione dei neonati dovute alla mancanza di latte artificiale che, in contesti di emergenza, è molto difficile da reperire. Insegnare l´importanza dell´allattamento materno può quindi essere una soluzione seria alla sopravvivenza dei neonati. Ora la sala parto è diventato anche ambulatorio pediatrico, dove vengono visitati anche bimbi più grandi, bisognosi di cure.

La Siria era un paese dove prima della guerra il tenore di vita non era basso. Le persone a causa della guerra hanno perso tutto. Io mi sono posta la domanda: e se fosse successo alla mia famiglia? Forse porsi queste domande ci avvicina a queste popolazioni che hanno bisogno del nostro aiuto. Soprattutto sotto il periodo Natalizio organizzo banchetti dove vendo dei regali solidali e raccolgo le offerte. Il ricavato viene interamente versato per il progetto “sala parto”. Colgo quindi l’occasione di invitare tutti a visitare la pagina web dell´Associazione (www.weareonlus.org) e magari ad acquistare qualche regalo solidale o solo a compiere una piccola donazione. Ogni euro è importante. Davvero non è frase fatta.

  • Sei anche membro del Comites. Di cosa ti occupi esattamente?

Sono stata eletta quest´anno nel Comites con una manciata di voti, data la scarsa partecipazione dell´elettorato attivo. Il Comites è un organo rappresentativo degli italiani all´estero, purtroppo dai più sconosciuto. Quindi uno dei primi intenti sarebbe quello di fare conoscere questo organo di rappresentanza ai nostri connazionali. Finora ho messo a disposizione le mie competenze specifiche riscrivendo insieme alla collega Elettra Fimiani il regolamento del nostro Comites. Inoltre sono a capo della Commissione piccole e medie imprese e tutela del made in Italy. Supportata anche da altri connazionali ci stiamo muovendo per la realizzazione di una bella manifestazione che promuova e faccia conoscere più da vicino ai monacensi il Made in Italy. Al momento non posso dirti di più.

  • Quali i tuoi obiettivi futuri, visto che fai già tante cose anche nel sociale?

I miei obiettivi per il futuro sono continuare a perseguire i progetti a cui lavoro oggi con lo stesso entusiasmo e la forza con cui ho cominciato

  • Ultima domanda: mamma, moglie, avvocato, volontaria, membro del Comites. Tempo per Alessandra te ne resta?   

Ah. Bella domanda! Quale delle tante Alessandre?

 

Standard

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...