Elena Gallo, LMU : “Il lavoro è la mia passione”

Coordinatrice dei corsi di italiano al Centro Linguistico della LMU,   la dottoressa Elena Gallo, sposata, un figlio,  vive a Monaco di Baviera da quindici anni.

Perché la scelta di vivere a Monaco?

  • Buona domanda. Venivo sempre in Germania perché avevo studiato germanistica. Dopo aver finito gli studi di specializzazione  mi si è prospettata la possibilità di scegliere tra Milano dove vivevo e la Germania. Ho scelto quest’ultima perché già la conoscevo.

La differenza tra la Monaco di allora e quella di oggi?  E come è stato l’impatto quindici anni fa?

  • Non c’è stato  impatto perché quello tra la cultura italiana  e quella tedesca lo avevo già vissuto. Mi sentivo  comunque a casa. Se ci sono differenze? Si, la Germania è cambiata anche nell’approccio all’estetica. Mi ricordo che quando sono arrivata  mi saltava agli occhi il modo di vestire dei tedeschi. Oggi è cambiato questo ed anche il modo di mangiare. Tutto migliorato. Quello che mi piace in particolare  è che qui c’è possibilità di lavorare in modo serio ed  il lavoro viene riconosciuto. Non si parla tanto, si agisce. Ed è bello perché se una persona vuole agire qui lo può fare mentre in Italia mi pare ci siano troppi ostacoli. Ho l’impressione che qui ce ne siano   di meno

 Hai avuto modo di sperimentare nuovi approcci didattici durante questi anni?

  • Si, in effetti mi ero specializzata in America in un’Università  all’avanguardia. Poi, però, ci si rende conto che al di là  dell’entusiasmo ci sono atteggiamenti negli studenti che rallentano la voglia di innovare. Adesso, facendo un po’ il bilancio, l’insegnamento è un compromesso tra ciò che si vuole, ciò che si può e ciò che si deve  fare. Cambia l’atteggiamento degli studenti,  ci si scontra con le loro resistenze e le loro abitudini. I risultati si vedono ma bisogna lavorarci.

C’è diversità tra oggi e quando hai iniziato?

  • Da una parte sono cambiati i ragazzi. Oggi vedo che è aumentato  il livello di conoscenza e di preparazione. Ultimamente sto lavorando sull’autonomia dell’apprendimento. Ciò vuol dire che lo studente deve fare di più e questo costa energia e fatica. Quando si rendono conto che sono chiamati loro a fare, in prima persona, si rendono conto che preferirebbero l’insegnamento tradizionale perché la fruizione è passiva ma è il contrario di ciò che voglio. Da una parte mi arrivano più preparati ma dall’altra cala l’entusiasmo perché si rendono conto che devono fare di più

Ti resta tempo libero per qualcosa?

  • Zero assoluto, in realtà, ma dato che il mio lavoro è passione, non mi costa non avere tempo per me.

 

Ultima domanda. L’Italia la vivi da lontano, con sguardo distaccato o hai il polso della situazione, magari anche attraverso  la tv?

  • È difficile perché c’è la distanza e tante cose non si vivono più. All’inizio avevo un po’ perso l’Italia e  quando me ne sono accorta mi ha fatto paura. Quindi ho ripreso a guardare la tv e compro tanti libri in italiano. Però il distacco c’è, a volte mi pare di essere turista quando vado in Italia. Però adesso c’è una maggiore vicinanza ed infatti seguo spesso l’informazione per sapere cosa succede in nel mio Paese.
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